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Analog horror e spazi liminali – Recensione di Skinamarink

By on 4 Luglio 2024 0 464 Views

Skinamarink, già disponibile sui canali digitali di Midnight Factory, sbarca per il mercato home video nel cofanetto 3 Blu-ray “Midnight Factory Channel Box”, contenente anche The Feast Spoonful of Sugar.

Recensione di Skinamarink

Dal lettino di bambina in cui mi trovavo, immerso nella semioscurità, udivo un rumore metallico quasi impercettibile, mi voltavo allora verso la porta e capivo che il suono proveniva dalla maniglia: c’era qualcuno dall’altra parte che la stava abbassando un millimetro alla volta sotto al mio sguardo inorridito, per entrare nella mia cameretta senza che me ne accorgessi. Un’attesa immobile e spasmodica, un orrore viscerale, mentre chiunque fosse dall’altro lato della porta abbassava la maniglia, facendola cigolare lievemente nel buio, un movimento lentissimo, eterno, insostenibile.

Questo l’incubo più vivido e terrificante di cui io abbia memoria. Non accadeva nulla, non c’era alcun mostro che emergeva delle tenebre, eppure il senso di angoscia derivante dall’attesa e il terrore dell’inconoscibile sono qualcosa che mi hanno segnato e il cui ricordo ancora mi fa rabbrividire, nonostante siano passati vent’anni.

Skinamarik è questo: i terrori notturni di un bambino portati su pellicola nella maniera più accurata possibile.

Recensione di Skinamarink
Cofanetto Midnight Factory: The Feast, Spoonful of Sugsar, Skinamarink

Recensione di Skinamarink


Esordio alla regia di Kyle Edward Ball, Skinamarink è un film horror sperimentale del 2022 diventato molto popolare sui social tramite passaparola, un prodotto decisamente insolito che ha diviso il pubblico e la critica. Basato sul cortometraggio Heck, diretto dallo stesso regista due anni prima, ne riprende e amplia l’idea: trasferire in immagini le sensazioni che si provano durante gli incubi.
La trama, se così si può definire, ruota intorno a due bambini lasciati soli in una grande casa buia. Abbiamo in realtà pochissimi elementi per capire cosa stia succedendo: il tempo scorre, l’alba non sorge mai, i bambini sono sempre soli e cominciamo a chiederci che fine abbiano fatto mamma e papà.
Se la sceneggiatura è praticamente inesistente, quello che rende Skinamarink un prodotto degno di interesse è l’approccio tecnico alla materia, decisamente poco convenzionale. Per la sua intera durata (1h 40min) il film è caratterizzato da punti di vista e angolazioni di macchina sicuramente bizzarri: pareti, soffitti, moquette, lampade, scorci di angoli e di porte, spazi solitamente vuoti dove solo di sfuggita intravediamo i piccoli protagonisti. Riprese statiche nella semioscurità, rotta solomente dalla luce bluastra del televisore acceso. Edward Bal lavora di sottrazione dilatando all’estremo i tempi narrativi e svuotando ogni fotogramma di significato, riuscendo a creare un forte senso di tensione, smarrimento ed attesa, lo stesso percepito dai bambini. Questi, sempre più spaventati, decidono di rimanere barricati nel salotto di casa, immobili, una strategia per cercare di evitare le minacce che si annidano nel buio delle altre stanze.

Un limbo senza uscite

Apprezzabile la capacità del regista di trasformare la banalità di una casa piena di normali oggetti e giocattoli in un ambiente alieno e terrificante, claustrofobico e incomprensibile, una dimensione al di fuori del tempo e dello spazio dove porte e finestre si spostano e scompaiono, rendendo di fatto i bambini prigionieri in questa sorta di limbo ultraterreno.

Grazie anche all’ottimo lavoro di sound design, Skinamarink mette i brividi a più riprese, una pellicola fatta di oscurità e di silenzi in cui possiamo ascoltare soltanto i sussurri terrorizzati dei bambini e la tv che manda cartoni animati vintage, sempre inspiegabilmente sinistri quando mostrati in contesti di questo tipo. Poi piccoli suoni, colpi, rumori che si fanno sempre più forti. E infine le voci, chiare e fredde degli adulti, che arrivano dall’oscurità.
Da qualche parte al piano di sopra scopriamo infatti esserci i genitori dei due bambini, ma potrebbero non essere davvero loro, e i due ragazzini, nonostante l’ingenuità, l’hanno capito.

Analog horror

Il film si rifà esteticamente e concettualmente alla corrente del “analog horror” ma troviamo diverse suggestioni relative a fenomeni del folklore digitale dell’ultimo periodo. Come le “backrooms“, ad esempio, anche la casa dove si svolge la vicenda è un luogo non-luogo, uno spazio liminale che sembra costruirsi fra i ricordi incerti e sfasati di una mente infantile traumatizzata.

Chi non ha apprezzato il film di Edward Bal lo accusa principalmente di essere lento, noioso anche, ma siamo dell’idea che un film del genere, visto al buio e nel silenzio, allineandosi al mood dei protagonisti, riesca non solo ad inquietare ma anche a far riemergere come flashback sprazzi di incubi che credevamo dimenticati.

Recensione di Skinamarink: conclusioni

Skinamarink è uno strano oggetto criptico e indefinibile, in grado di evocare con sorprendente precisione le atmosfere e le suggestioni di un brutto sogno, in tutta la sua natura incerta, sfumata e terrificante. Edward Bal prende l’infantile e inspiegabile paura del buio e ne riesce a cogliere la struttura portante, riportandola nel suo film, reale e concreta.
Non posso fare a meno di pensare, di nuovo, alle paure che mi coglievano da bambina, mai più nella vita ho sperimento sensazioni di terrore così intense. Ricordo il momento in cui mia madre mi metteva a letto, dal salotto mi prendeva in braccio e mi portava nella mia cameretta. Nel breve tragitto, passava davanti alla stanza degli ospiti la cui porta era aperta e lasciava vedere tutto il buio che c’era dentro. Mi coprivo gli occhi in quei momenti, per non vedere quella terribile oscurità.
Ecco, in Skinamarink ritroviamo esattamente quel tipo di paura, indecifrabile, forse primordiale, che ci si porta dietro fin da piccoli e che impariamo a zittire, a nascondere in un angolino remoto del cervello, ma che alla fine è sempre lì, in attesa e pronta a tornare a galla.

Per l’acquisto: Midnight Factory Channel Box – Limited Edition

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