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Recensione di Spoonful of Sugar – LSD e famiglie disfunzionali
Spoonful of Sugar, già disponibile sui canali digitali di Midnight Factory, sbarca per il mercato home video nel cofanetto 3 Blu-ray “Midnight Factory Channel Box”, contenente anche The Feast e Skinamarink.
Recensione di Spoonful of Sugar
Una coppia di coniugi assume la giovane Millicent, studentessa del college, per fare da babysitter al figlio, ragazzino affetto da gravi problemi di salute. Il bambino, Johnny, soffre di una serie di allergie che gli impediscono di vivere normalmente e che gli provocano violente convulsioni. Johnny non parla ed è spesso aggressivo nei confronti dei genitori, ma con Millicent sviluppa un legame speciale…
Con alle spalle una lunga esperienza maturata soprattutto attraverso cortometraggi e prodotti televisivi, la regista Mercedes Bryce Morgan dirige nel 2002 Spoonful of Sugar, con il quale abbraccia il genere horror in maniera molto personale.
Spoonful of Sugar è infatti un film insolito, un disturbing drama incentrato sui temi dell’ossessione e della dipendenza, sia quella da sostanze che quella affettiva.
Protagonista Millicent, studentessa disturbata, interpretata dall’ottima Morgan Saylor, la cui buona interpretazione delinea un personaggio allucinato ma non sopra le righe, innocente ma non privo di una sinistra carica erotica.
È ben presto chiaro che la giovane nasconda orribili segreti nel suo passato, ed il fatto che sia dipendente da un farmaco a base di LSD sicuramente non aiuta. Fin dalle prime scene ci troviamo catapultati nello psicotico mondo di Millicent, preda di continue, spaventose allucinazioni, che sembrano innescarsi quando la ragazza è nelle vicinanze di un uomo.
Millicent pare infatti spaventata dalla presenza maschile, che ai suoi occhi si trasfigura in maniera mostruosa: da visioni infernali di uomini con corna caprine alle dita del sua terapeuta che si staccano e strisciano come vermi insanguinati fin dentro la sua bocca.
Rapporti morbosi
Il rapporto che Millicent ha con l’altro sesso e con la sessualità in generale è segnato da forti contraddizioni, incubi ad occhi a aperti ma anche fantasie sessuali appassionate. Ci accorgiamo ben presto che la ragazza non è innocente come sembra, tutt’altro, ha le capacità manipolatorie di una predatrice in grado di fare a pezzi chiunque abbassi la guardia.
Se da un lato abbiamo Millicent, con le sue visioni agghiaccianti e le sue ambigue ossessioni, dall’altra c’è Johnny e la sua strana famiglia. Due universi disturbati e violenti che finiranno per mescolarsi e scontrarsi con esiti drammatici.
Il titolo A Spoonful of Sugar fa ovviamente riferimento alla celebre canzone di Mary Poppins (Basta un poco di zucchero e la pillola va giù…) e l’intera vicenda può essere vista come una rilettura in chiave horror del classico Disney: invece che lo zucchero, la “bambinaia” elargisce LSD con generosità.
Spoonful of sugar è un horror di nuova generazione, riconducibile forse al sottofilone “elevated horror” visto il tentativo di dare un’impronta autoriale alla pellicola e la forte componente drammatica su cui si articola la vicenda.
Un film profondamente allucinato che viaggia sul doppio binario della realtà e dell’incubo, dove visioni grottesche e spaventose lasciano il posto, sul finale, a rivelazioni morbose ed esplosioni di violenza.
C’è però da dire che non sempre la scrittura funziona, il drama non è “disturbing” come dovrebbe: a risollevare l’attenzione sono le allucinazioni bizzarre di Millicent, che però non bastano a riempire un’ora e mezza di film dove spesso la narrazione sembra appiattirsi perché, in fin dei conti, non succede granché.
La conclusione, fortunatamente, vale l’attesa: una chiusura brutale, ma anche beffarda a suo modo, seguita dai bellissimi titoli di coda che sottolineano l’ironia di quanto appena visto.
Recensione di Spoonful of Sugar: conclusioni
A Spoonful of Sugar è un horror interessante nelle premesse, con una buona fotografia e una brillante protagonista, che però a nostro parere, soffre per una storia non sempre incisiva e che non è chiaro dove vada a parare: è una critica alla società moderna, dove tutti nascondono segreti e disturbi mentali? Alla genitorialità distratta e superficiale? All’incapacità di instaurare legami affettivi e sessuali equilibrati?
Un messaggio, comunque, lo abbiamo sicuramente recepito: puoi essere pazzo finché vuoi ma ci sarà sempre qualcuno, là fuori, più disturbato di te.
Per l’acquisto: Midnight Factory Channel Box – Limited Edition