- Home
- Film
- Recensioni film
- L’Altra Dimensione – Recensione del film di Fabio Salerno
L’Altra Dimensione – Recensione del film di Fabio Salerno
Oblivion Film ha recentemente distribuito in DVD e Blu-ray l’intera filmografia di Fabio Salerno, regista indipendente attivo negli anni ’80 e ’90 e divenuto una sorta di mito fra i collezionisti e gli appassionati di horror underground.
Nell’articolo precedente avevamo parlato del DVD “Salerno Splatter Shorts Show”, contenete tutta la sua produzione di corti, e di Notte Profonda, il suo primo lungometraggio.
Se questi sono prodotti per anni considerati rari e ricercati fra i fruitori del cinema indie, ancora più raro è il suo secondo e ultimo film L’altra dimensione, che solo pochissimi fortunati potevano dire di aver visto.
A differenza di Notte Profonda, che all’epoca ebbe un minimo di visibilità uscendo in VHS grazie a Eagle Pictures, L’altra dimensione non venne mai distribuito ed era considerato a tutti gli effetti un film perduto. Fino ad ora.
Oblivion Film in collaborazione con Alex Visani si è attivata nel recupero e nel restauro della pellicola a partire dal 16mm originale, confezionando delle splendide edizioni DVD e Blu-ray che faranno felici tutti coloro che negli ultimi 30 anni hanno aspettato il momento di poter mettere le mani su questo film.
Il film è disponibile sia in edizione standard che limited con slipcase e poster.
L’altra dimensione è un horror del 1992 scritto, diretto e prodotto da Fabio Salerno, l’ultimo lavoro prima della sua tragica scomparsa.
Si tratta di un film a episodi, tre storie riguardanti l’archetipico rapporto fra amore e morte. Tutta la fascinazione e il timore che il regista pare nutrire nei confronti dell’universo femminile sembra emergere in questo film, insieme a una sorta di pessimistico sguardo nei confronti delle relazioni sentimentali, qui dipinte come rapporti tossici e disperati.
Sono tematiche già emerse nei suoi corti, come è comune nell’arco della sua filmografia l’idea di “un’altra dimensione”, un mondo “altro” che si affaccia sul nostro portando caos e morte.
Nel primo episodio, Delirio, un giovane non si rassegna all’idea che la fidanzata l’abbia lasciato. Così si introduce nell’abitazione di lei per narcotizzarla e stuprarla. Non sa però che la donna nasconde una segreto fra le mura di casa…
Forse il meno incisivo dei tre, Delirio si fa ricordare soprattutto per le sanguinose sequenze conclusive, curate come sempre dallo stesso Salerno, sicuramente apprezzabili dagli amanti dello splatter homemade, che troveranno ancora più soddisfazioni con l’episodio numero due.
Istinto Mortale, la seconda storia, ha per protagonista una ragazza che chiede aiuto a un amico sostenendo di essere vittima del proprio fidanzato. L’uomo infatti, praticando magia voodoo, la tiene in suo potere.
Fra i difetti di questo corto (e di altri del regista) c’è la sensazione che gli attori siano tutti troppo giovani per la parte, oltre ai dialoghi purtroppo tremendi. Detto questo, Salerno ci regala sul finale alcuni dei suoi migliori effetti, e fra teste spiaccicate e sanguinanti sicuramente Istinto Mortale lascia un segno nei cuori dei gorehounds.
L’ultima storia, che è anche la più riuscita del film, è Eros & Thanatos, dal titolo piuttosto esplicativo. Quando la fidanzata, credendosi abbandonata, si toglie la vita, il protagonista non è disposto ad accettarne la morte: prima amoreggia col cadavere della ragazza per poi decidere di volerla con sé per sempre…
Dalla durata decisamente maggiore rispetto ai precedenti, quasi un mediometraggio, Eros & Thanatos è una vicenda talmente scabrosa da lasciare quasi spiazzati. Guardando a classici come Buio Omega, o forse ispirato ai film di Buttgereit, da poco usciti, Salerno confeziona una storia macabra e morbosa di romantica passione necrofila, sfociante in un epilogo ancora più malato che sembra quasi strizzare l’occhio a Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe.
Rispetto a Notte Profonda, incentrato su atmosfere oniriche e surreali, L’altra dimensione porta in scena un orrore concreto (seppur spesso sovrannaturale), più viscerale, pigiando sul pedale dell’erotismo morboso e della violenza selvaggia.
L’altra dimensione è un film malsano e sempre profondamente malinconico, come ogni opera del regista, un crescendo di malessere il cui apice è l’episodio conclusivo, considerabile per la materia trattate un horror “estremo” a tutti gli effetti.
Non manca comunque una certa cura nel luci e nei colori, anche qui spesso tendenti al blu e all’arancione, e momenti particolarmente ispirati e allucinati, specialmente nell’episodio conclusivo, dove fanno fugaci apparizioni palpitanti cuori decomposti e visioni dall’oltretomba, a sottolineare il baratro di follia nel quale il protagonista sta precipitando.
L’altra dimensione, come Notte Profonda, è un prodotto autofinanziato, e come tale soffre dei limiti tecnici di un film a basso budget, oltre che di una scrittura talvolta approssimativa e di una recitazione spesso amatoriale.
Nonostante i difetti, si può vedere, come in tutti i prodotti di Salerno, un guizzo creativo non scontato, e la capacità di un regista che, seppur acerbo, era in grado di portare avanti in maniera coerente una sua poetica e una propria visione dell’horror.
Fabio Salerno era fra le voci più originali e promettenti dell’indie horror italiano e siamo quindi felici che a distanza di trent’anni il suo lavoro venga riscoperto e dignitosamente distribuito.
L’ottima edizione Oblivion Film contiene, oltre all’introduzione di Alex Visani, 17 minuti relativi alla presentazione del film, avvenuta al Taranto Horror Film Festival, e “Fabio”, 48 minuti di interviste a persone che hanno conosciuto Fabio Salerno o che hanno avuto modo di lavorarci insieme, fra cui il regista Andrea Marfori di Il bosco 1.
Per l’acquisto:
L’altra Dimensione DVD Limited
L’altra Dimensione Blu-ray Limited