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De Profundis (The Black Cat) di Luigi Cozzi – Recensione
In DVD e Blu-ray grazie ad Oblivion Film l’horror del 1989 finora inedito in Italia di Luigi Cozzi, apocrifo terzo capitolo della “trilogia delle Madri” di Dario Argento.
Il regista Ravenna (Urbano Barberini) e lo sceneggiatore con cui lavora hanno un importante progetto da sottoporre al produttore: vogliono girare uno spaventoso film horror con protagonista la strega Levana, traendo ispirazione dall’opera Suspiria De Profundis di Thomas De Quincey. Ma Levana non accetta di essere rappresentata su schermo e comincia a tormentare con orribili visioni la moglie del regista, Anne (Florence Guérin), scelta per interpretare la terribile strega.
De Profundis è un film bizzarro dalla gestazione altrettanto bizzarra. Inizialmente era stato proposto come finale dell’allora incompleta trilogia delle “Tre madri” di Dario Argento: la sceneggiatura, a cui si era disinteressato sia il produttore De Laurentis sia lo stesso Argento (concentrato sulle riprese di Tenebre), era stata scritta in origine da Daria Nicolodi, all’epoca compagna di Dario, ed era rimasta a lei dopo la loro separazione artistica e sentimentale.
Daria, a quel punto, propone la storia all’amico Luigi Cozzi affinché la trasformasse in un film. Non volendo però fare un torto ad Argento appropriandosi di un’opera così personale, Cozzi rimaneggia la sceneggiatura trasformandola più in un tributo che in un sequel, portando però così Daria, che doveva essere attrice nel film, a prendere le distanze dal progetto.
De Profundis è un film sulla carta molto ambizioso, ponendosi al contempo come omaggio alla saga di Argento, esercizio di metacinema e film horror a sé stante.
La storia segue la vicenda di Levana, la Mater Lacrimarum, madrina del delirio e ispiratrice del suicidio, che si palesa portando morte e caos.
Forte della lezione di Argento, Cozzi gioca con luci e colori per creare atmosfere oniriche, alle quali si aggiunge, a più riprese, la suggestiva colonna sonora di Suspiria realizzata dai Goblin.
Nonostante gli intenti seri e gli impegnati risvolti “profetici” della vicenda, risulta però evidente molto presto che qualcosa sia andato storto. Non ci è dato sapere se il film abbia subito dei tagli imprevisti, o se la sceneggiatura abbia sofferto per gli eccessivi rimaneggiamenti, ma il risultato non cambia: De Profundis è un assoluto e totale delirio.
Ci troviamo di fronte ad un festival di effettacci, nebbioline, luci verdi e arancioni e situazioni assurde che si susseguono senza apparente logica o coerenza. Un’adorabile e coloratissima baraonda narrativa che scalderà il cuore di tutti gli appassionati del cinema di serie b anni ’80.
Ci sono proprio tutti gli elementi del cinema horror del periodo: dalle creature mostruose (la spaventosa Levana dal volto coperto di pustole), alle suggestive riprese cimiteriali, dallo splatter nonsense alle location da “casa infestata” con ragni e ragnatele pesantissime, dal vomito verde alle apparizioni spettrali in specchi e televisori.
De Profundis porta in scena una serie di sequenze di grande impatto visivo, fra tutte quelle in cui la strega Levana, sfigurata e con artigli affilati, invade la scena accompagnata da musica rock a palla e rigurgiti color menta fosforescente. Ma sono innumerevoli le scene memorabili e totalmente sopra le righe, come l’esplosione di una tv, da cui (random) colano slime e budella, e lo scoppio della cassa toracica della medium, scena splatter e di ottima fattura con cui Cozzi auto-cita il proprio Contamination. Per non parlare dell’esilarante momento in cui Levana decide di “infestare” il frigorifero di Anna mandando poi un elettricista “fantasma” a ripararlo, momento di puro genio.
Divertenti anche gli inserti meta cinematografici. Cozzi, infatti, si “giustifica” tramite i propri personaggi: seduti a tavola, i protagonisti parlano di Suspiria di Dario Argento e, quando l’attrice chiede “perché lo rifate?”, lo sceneggiatore risponde “C’è abbastanza materiale in Suspiria De profundis per dieci, venti film”.
Simpatica la scena d’apertura, un omaggio a Sei Donne Per l’assassino, in cui vediamo un regista, qui interpretato da Michele Soavi, dirigere il film nel film “Il gatto nero”.
De Profundis di Cozzi è infatti conosciuto anche come “Il gatto nero”, scelta imposta dal produttore che mirava a vendere la pellicola in un pacchetto di film a tema E. A. Poe. Per legittimare il nuovo titolo, imposto contro la sua volontà, Cozzi fu obbligato ad inserire filmati di un gatto nero che passeggia sul set, assolutamente casuali, ma che in fin dei conti non stonano più di tanto nel già assoluto nonsense della vicenda.
In questo generale caos onirico fatto di sogni, allucinazioni e realtà parallele, emergano qua e là tracce di una intricata vicenda quasi impossibile da sbrogliare, ma a cui lo spettatore non farà molto caso ipnotizzato com’è da ciò che succede sullo schermo. Chi è Sybil? Chi è William? Che ruolo ha la babysistter? Cosa rappresenta il feto che ogni tanto viene inquadrato? Cosa stiamo guardando? Chi siamo? Da dove veniamo?
De Profundis è un prodotto bizzarro che punta forse più in alto di quanto dovrebbe, difficile da prendere sul serio visto lo script totalmente confusionario. Probabilmente non era previsto fosse un film così divertente, ma dal momento che lo è ce lo godiamo così, gustandoci l’ottimo gore e i memorabili make-up demoniaci, l’orecchiabile colonna sonora, le sue ingenuità e il suo travolgente spirito anni ’80, che tanto manca a noi appassionati.
Disponibile in DVD e Blu-ray distribuito da Oblivion Film, fra gli extra:
Intervista a Luigi Cozzi, Trailer, Galleria fotografica, Nuova introduzione del film (a cura di Luigi Cozzi).
Per l’acquisto: