- Home
- Recensioni
- ORRORE IN PILLOLE: I 25 migliori cortometraggi horror su HODTV
ORRORE IN PILLOLE: I 25 migliori cortometraggi horror su HODTV
HODTV, la piattaforma streaming dedicata al cinema horror indipendente, offre diverse categorie di intrattenimento che si dividono fra lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi.
La sezione corti, la cui durata rimane sotto i 15min, è piacevolmente ben nutrita, oltre cento cortometraggi di genere. Nessuna piattaforma vod offre un servizio di questo tipo, o comunque non di questa portata, ed è dunque un punto a favore della piccola realtà di House of Disaster TV (HODTV, appunto).
HODTV, 30 giorni di prova gratuita.
Il cortometraggio nel cinema, come il racconto in letteratura, è una forma d’arte spesso sottovalutata a cui non si dà la giusta attenzione né il legittimo spazio, che fatica a trovare un posto sul mercato se non inserito in antologie che prendono la forma di lungometraggio. Troviamo dunque molto lodevole che sulla piattaforma vi sia riservata tanta attenzione.
Noi di Horror Dipendenza ci siamo gustati gli oltre 100 cortometraggi disponibili e siamo qui per indirizzarvi subito a quelli a nostro avviso più meritevoli:
N. 1 Surgery
Regia: George Clemens, Samuel Clemens
Anno: 2015
Paese: UK
Un uomo si sveglia legato a un tavolo mentre un maniaco gli infligge terribili torture. Quello che pare un semplice torture-porn offre, oltre a riusciti effetti macabri, anche un twist finale sorprendente e crudele.
N. 2 Night Crawl
Regia: Gregory Shultz
Anno: 2019
Paese: USA
È notte, due detenuti sono chiusi in cella. Mentre uno finge di dormire, l’altro sta scavando un tunnel nella parete per fuggire dalla prigione, ed è già a buon punto… Ma dopo tanti sforzi, quello che trova non sarà la libertà.
Un corto tecnicamente ottimo con una location originale e creature mostruose dal make-up notevole. Night Crawl ha recentemente ottenuto un premio per i migliori effetti speciali al festival Visioni Notturne.
N. 3 Behind the Bush
Regia: Yoann Luis
Anno: 2013
Paese: Francia
Una famiglia di pazzi omicidi e maniaci sessuali è alla ricerca di nuove prede, ne faranno le spese un paio di ragazze che stanno facendo jogging…
La formula Non aprite quella porta brevettata da Tobe Hooper negli anni ’70 è sempre vincente, e si respira un’aria di perversione e sporcizia. Memorabile una sequenza di scalpo e il finale ambiguo e malsano.
N. 4 On The Road Again
Regia: Andio Manguray
Anno: 2018
Paese: USA
Un uomo è in fuga nella notte a bordo della sua auto. C’è qualcosa che lo sta seguendo, che lo guarda dal ciglio della strada, non importa quanto si allontani o quanto vada veloce, la presenza sembra continuamente precederlo. Quando la benzina finisce, l’uomo è costretto a scendere dalla macchina…
Il corto non eccelle per originalità, specialmente nel finale (qualche anno fa era di tendenza la chiusura in questo stile). Ma c’è una buona tensione e la creatura è affettivamente spaventosa.
N. 5 Zombies
Regia: Sebastian Dietsch
Anno: 2014
Paese: Argentina
Una coppia di fidanzati, ragazzo e ragazza, sono barricati in un ufficio mentre un’orda di zombie tenta di entrare per divorarli.
Il più banale dei titoli per il più banale degli incipit. Ma attenzione: il corto prende una piega totalmente inaspettata. Non è infatti la classica storia di zombie, i morti viventi hanno un’importanza marginale in quella che si rivela essere una grottesca ed ironica parodia dei rapporti di coppia. Un cortometraggio spassoso e suo modo geniale.
N. 6 Eternidade – Eternity
Regia: Flavio De Godoy Carnielli
Anno: 2017
Paese: Brasile
Un uomo piange la prematura scomparsa dall’amata moglie. Inconsolabile, incapace di accettare la perdita, compie l’evocazione della Dea dell’Eternità affinché possa ricongiungerlo al suo amore.
Traendo ispirazione dalla narrativa di Edgar Allan Poe, il regista omaggia il cinema espressionista tedesco, una scelta rischiosa considerando che 13 minuti in bianco e nero privi di parlato potrebbero facilmente annoiare. Carnielli riesce invece a dare alla storia un buon ritmo e a confezionare un prodotto tecnicamente eccellente, riuscendo a ricreare un effetto “pellicola anni ’20” con interessanti soluzioni visive e “difetti” voluti. Un plauso alla recitazione del protagonista, d’impronta teatrale come la tradizione del cinema muto vuole, alla potente colonna sonora e ai make-up finali.
N. 7 Alguien en la casa (Somebody Home)
Regia: Ezequiel Vega
Anno: 2016
Paese: Argentina
Un uomo e la fidanzata incinta progettano una vita insieme, ma lui deve vedersela con la madre bigotta, protettiva e soffocante, che non accetta di buon grado che il figlio prenda la sua strada e la lasci sola. Come se non bastasse, la donna è affetta da una rara malattia degenerativa che negli anni ha manifestato strani sintomi…
Alguien en la casa gioca abilmente con curiosità e tensione costruendo un rapido climax dentro le claustrofobiche mura della villetta di famiglia. La casa è resa in maniera inquietante, scarsamente illuminata e dipinta da una fotografia grigiastra che sottolinea il senso di decadenza e polvere. Le persone anziane, nei film horror, quelli fatti bene, riescono davvero a fare paura, anche più dei bambini. E la vecchia madre di questo corto è sinceramente terrorizzante. La signora, all’apparenza innocua, si muove nell’oscurità e trascina con sé un senso di minaccia incombente. Altrettanto d’effetto sono le apparizioni della creatura nell’ombra.
N. 8 The Last Séance
Regia: Laura Kulik
Anno: 2018
Paese: USA
Una giovane medium e la sorella vengono contattate da una coppia di genitori disperati che hanno appena perso la figlioletta. Le ragazze si recano dunque sul posto e viene organizzata un’evocazione spiritica per cercare un contatto con il fantasma della bambina. Ma nella casa una presenza oscura interferisce con la loro seduta….
Un corto che da un punto di visita estetico e concettuale ricorda prodotti come The Conjuring ed Insidious, molto curato nei costumi e nelle location (è ambientato negli anni ’70), capace di catturare l’attenzione e mantenerla fino alla fine. Forse ci si aspettava qualcosa di più in chiusura, ma nel complesso un ottimo prodotto.
N. 9 Hell of a Day
Regia: Evan Hughes
Anno: 2016
Paese: Australia
Una donna sola e ferita è in cerca di cibo e acqua. Quando però si vede accerchiata dagli zombie, trova come unico riparo una botola e vi si nasconde. I giorni passano, gli zombie non se ne vanno, e la fame comincia a farsi sentire. La sanità mentale finirà per vacillare, chiusa in uno scantinato con la sola compagnia di un cadavere…
Un buon survival claustrofobico con convincenti scene di gore, alcuni anche piuttosto dolorosi.
N. 10 Beyond Repair
Regia: Robbie Barnes
Anno: 2018
Paese: USA
Una donna si ferma in una stazione di servizio per utilizzare il bagno, si troverà però assediata da quelle che sembrano persone possedute o demoni.
Molto validi i make-up, che ricordano i Deadites di Evil Dead, e interessante la svolta paranormale conclusiva.
N. 11 Table for two
Regia: Marcos De Brito
Anno: 2016
Paese: Brasile
Un uomo, una donna, una cena romantica… O forse no?
Non c’è molto da dire in realtà, si tratta di 4 intensi minuti di violenza senza contesto, con una vibrazione artistica data dalla colonna sonora classica e dai rallenty, in piacevole contrasto con le immagini che scorrono sullo schermo. Veramente eccellenti gli effetti speciali, gore di altissima qualità.
N. 12 Distortion
Regia: Grégory Papinutto
Anno: 2017
Paese: Francia
Un gruppo di amici organizza un party in un convento abbandonato. La protagonista si assopisce e al suo risveglio scopre che gli amici sono stati assassinati da mostruosi esseri dalla faccia disciolta…
Fra fughe e lotte, il corto ha un ritmo adenilico e sono molto apprezzabili anche i make-up delle creature.
N. 13 Untouchable
Regia: Diego Alonso Mezarina Gonzalez
Anno: 2018
Paese: Perù
Una psicopatica è a piede libero e in preda a un istinto omicida, ma qualcuno è sulle sue tracce…
Un corto spietato ma percorso da una sottile e piacevole vena di humor nero. La donna protagonista dà libero sfogo a tutti i suoi appetiti, per il sangue, per il sesso e per il cibo, e assistiamo alla sua “giornata di divertimento”. Completamente nuda, perfettamente a suo agio nelle sue forme burrose, uccide, stupra i cadaveri e mangia cibi grassi e untissimi. L’inaspettata svolta finale dà un senso al tutto e strappa anche un sorriso.
N. 14 Lion
Regia: Davide Melini
Anno: 2017
Paese: Italia
La storia di una bambina e della drammatica situazione familiare in cui si trova. Il padre è infatti un ubriacone violento che la picchia e la madre indifferente non la protegge. La sua unica consolazione è il suo leone di peluche che, alla sua preghiera, verrà in soccorso della piccola..
Si tratta di un cortometraggio di critica sociale qualitativamente ben fatto. Apprezzabile lo splatter, seppur in quantità contenute, e soprattutto la figura del leone reso con una computer grafica ponderata e mai eccessivamente “finta”. L’animale, nonostante talvolta un po’ statico, è realizzato con una cgi che ben si armonizza all’ambiente e che risulta piuttosto convincente. Il finale, per quanto brutale, è per noi un lieto fine, seppur amaro al pensiero che per tanti bambini, nel mondo reale, il lieto fine non arriverà.
N. 15 Il riflesso nascosto – Hidden Reflection
Regia: Eugenio Krilov
Anno: 2019
Paese: Italia
Un uomo solo deve affrontare i demoni che infestato il suo appartamento… E se i demoni fossero quelli nella sua testa?
Un cortometraggio dalle atmosfere oscure e oniriche con spaventose apparizioni degno di un incubo. Attraverso frammenti di ricordi e dialoghi ci viene dato un rapido scorcio di un’esistenza tormentata, una veloce discesa nell’oblio che si chiude in maniera perfetta con un finale decisamente crudele.
N. 16 Save
Regia: Iván Sáinz-Pardo
Anno: 2015
Paese: Germania
Una coppia di neo-genitori, un bebè urlante… A volte la stanchezza fa brutti scherzi. O forse c’è qualcosa di più?
Si tratta di un corto di piacevole ambiguità e stilisticamente molto interessante, girato con un unico piano sequenza che accentua il senso di confusione e smarrimento che provano i protagonisti e lo spettatore che assiste, disorientato e turbato, all’inspiegabile svolgersi della tragedia. Tragedia che provoca un concreto sgomento seppur non ci venga mostrata, ma solo suggerita. Il finale lascia spazio a una libera interpretazione, e non ci è dato sapere se siano intervenute forze sovrannaturali o se invece la colpa è di uno dei genitori, come si sente spesso al telegiornale, vittima di un esaurimento nervoso.
N. 17 Self Defense
Regia: Zach Bradley
Anno: 2019
Paese: USA
Due sorelle in viaggio si trovano improvvisamente con l’auto in panne. Mentre aspettano il carro attrezzi, una coppia di bifolchi locali accosta il furgone e gli offre aiuto. Ma i due non hanno buone intenzioni e la situazione presto precipita…
Un cortometraggio che trova la sua forza nel totale ribaltamento finale, niente è come sembra ed è sempre piacevole quando una storia all’apparenza banale riserva buone soprese.
N. 18 The Daughters of Virtue
Regia: Michael Escodebo
Anno: 2017
Paese: USA
Una casalinga timorata di dio teme per la sua vita quando le altre donne del suo gruppo di preghiera si convincono che sia indemoniata e cercheranno di estirpare da lei il maligno…
Cortometraggio dal sapore spiccatamente anni ’70, dove una fotografia dai colori innaturali ci mette di fronte al dubbio di stare assistendo a un incubo. L’atmosfera è infatti sospesa, a tratti onirica, e lo svolgersi degli eventi è così rapido da confondere lo spettatore. I volti del cast contribuisco alla sensazione di disagio, donne dall’aspetto trascurato e repellente, fra le quali spicca la protagonista dagli sporgenti occhi tonti, e il capo della bizzarra setta interpretato da Maria Olsen, nota caratterista con all’attivo un sorprendente numero di horror fra produzioni mainstream (come Paranormal Activity) e film indipendenti. La scena finale è veramente pazzesca, forse la sequenza di più memorabile impatto visivo dell’intero catalogo di corti.
N. 19 Angel
Regia: Julian Vetrone
Anno: 2018
Paese: Canada
Una ragazza di nome Angel è tornata a casa per il funerale di suo padre e un ospite inaspettato le fa visita…
La morte è arrivata in città e ha le sembianze di un killer mascherato. A richiamare il classico Halloween non è solo la storia ma anche la colonna sonora elettronica che sembra ispirarsi alle sonorità carpenteriane. Un dettaglio a volte sottovalutato ma di grande importanza in uno slasher è la maschera del villain, che ne riassume l’identità. Qui troviamo una maschera spaventosa di buona fattura e un look originale e convincente, cosa che farà sicuramente piacere ai fan del genere. Buona la fotografia glaciale, dove è netto il contrasto fra il sangue delle vittime e il candore della neve e delle pareti bianche della casa.
N. 20 Yard Sale
Regia: Jared Eves
Anno: 2019
Paese: Canada
Una famiglia è in viaggio in auto. Padre, madre e figlia. Quando la piccola ha bisogno del bagno, si fermano presso un’abitazione in mezzo al nulla, accolti da un’amabile signora che li informa anche del mercatino dell’usato che hanno allestito sul retro. Sarà l’inizio di un incubo…
Si tratta di una storia piuttosto classica con la tipica famiglia di bifolchi omicidi. Apprezzabile il fatto che al posto dei soliti teenagers festaioli abbiamo una tranquilla famigliola, e nemmeno la bambina sarà risparmiata dall’orrore.
N. 21 Brace Face
Regia: Jonathan HolBrook, Elena Stecca
Anno: 2018
Paese: USA
La protagonista della storia è una stramba ragazzina costretta a indossare un ingombrante apparecchio per i denti. Viene continuamente bullizzata dai coetanei ma le cose sono destinate a cambiare…
Sebbene la svolta finale non sia proprio imprevedibile, si tratta comunque di un corto piacevole, percorso da una certa aria malsana incarnata soprattutto nella figura dei genitori dal comportamento bizzarro e morboso.
N. 22 Sleight
Regia: Syed Faisal Hashmi
Anno: 2015
Paese: Emirati Arabi Uniti
Uno speaker radiofonico ha lanciato uno nuovo topic per la serata: prestigiatori e magia. L’uomo è scettico e mostra aperta derisione nei confronti di chi lavora in questo settore, e chiede al pubblico un’opinione in merito. Fra le telefonate, sarà contattato da un prestigiatore che, piccato dalla presunzione del ragazzo, cercherà di dimostrargli che la magia è una cosa reale…
L’intero corto, ambientato in uno studio radiofonico, è statico e privo di alcuna azione. L’uomo è seduto alla scrivania e tutto cioè a cui assistiamo sono scambi di battute, un storia dunque più raccontata che mostrata. Nonostante ciò, il corto mantiene alta la tensione con un buon climax e un’ottima performance da parte dell’unico attore presente. Il corto, che poteva già chiudersi ottimamente anche così, gode di una scena finale non necessaria ma nella quale sinceramente speravo, la proverbiale ciliegina che è sempre apprezzabile.
N. 23 When the Eyes are Closed
Regia: Xiaoan Zhang
Anno: 2018
Paese: USA
Cosa succede quando chiudiamo gli occhi? Quando dormiamo, quando ci laviamo la faccia, nei pochi secondi che servono per indossare una maglietta, perdiamo di vista l’ambiente intorno a noi e abbassiamo la guardia…
La paranoica sensazione di essere osservati quando siamo più vulnerabili prende qui la forma di una entità dai lunghi capelli neri avvolta in un sudario macchiato di sangue, una manifestazione spettrale debitrice al j-horror dei primi anni 2000. Un corto molto semplice nell’idea e nella realizzazione ma che nel suo piccolo funziona.
N. 24 One More Cup of Coffee
Regia: Alexander Gavrilov
Anno: 2016
Paese: Russia
La macchinetta del caffè può diventare uno strumento pericoloso se non la si prende per il verso giusto…
Una storiella breve e intesa, che diverte con splatter, ironia e nonsense.
N. 25 Balloon
Regia: Mitchell Vincent Slan
Anno: 2017
Paese: USA
Una donna in un istituto psichiatrico sta affrontando i traumi del passato: quand’era bambina infatti venne rapita da uno psicopatico vestito da clown il giorno del suo compleanno. Lo shock dell’esperienza l’ha segnata al punto che anche solo il rumore dei palloncini che scoppiano le provoca il panico. Per affrontare le sue paure sta seguendo un’intensa terapia che riporterà alla luce i fantasmi del passato…
Un cortometraggio non particolarmente originale ma comunque ben fatto, che sfrutta ancora una volta la figura del clown nell’horror, sempre vincente.
In conclusione, aggiungiamo un paio di menzioni speciali. Non rientrano nei nostri cortometraggi preferiti, ma si sono comunque distinti per originalità e/o intuizioni particolari:
Special Mention
In Her Shoes
Regia: Reza S. Kermani
Anno: 2019
Paese: Belgio – Paesi Bassi
Una bambina è al cimitero con la madre e mentre questa è distratta a piangere su una tomba, la ragazzina si allontana e scende le scale di una cripta. Nell’umido sotterraneo trova un paio di scarpette a pois e una voce di bambina che la invita a seguirla…
Per qualche motivo, il catalogo di HODtv offre diversi cortometraggi horror con le “scarpe fantasma”, spesso anche molto simili fra loro. Questo è forse quello più valido a livello tecnico. Molto simpatica la scena delle scarpette fantasma che salgono le scale un gradino dopo l’altro ogni volta che le si perde di vista.
Special Mention
Sit Beside Me
Regia: Rob Kennedy
Anno: 2018
Paese: Irlanda
L’addetta alle pulizie in un cinema sta spazzando la sala deserta, ma una delle poltroncine continua ad aprirsi come se una presenza invisibile vi si stesse sedendo sopra…
Cortometraggio dall’idea molto semplice ma originale che riesce ad essere efficace nonostante la scarsità dei mezzi impiegati. Il regista Rob Kennedy è famoso al pubblico mainstream per il lungometraggio Midnight Man (2013), dal quale nel 2016 è stato tratto un remake americano, con Robert Englund e Lin Shaye distribuito in Italia da Midnight Factory.
Special Mention
Skin baby
Regia: Ken Cohen
Anno: 2018
Paese: USA
Una donna, distrutta dalla perdita del bambino, decide di farsi tatuare sul ventre l’ecografia del piccolo feto mai nato. È l’inizio di una escalation di follia.
Un inizio originale che lascia presagire una storia drammatica e morbosa. Il corto però prende una svolta totalmente grottesca, forse sfuggendo di mano al regista. Le cose si fanno sempre più assurde e nonsense e Skin Baby regala dei buoni momenti sopra le righe, come la scena di una testa spappolata adorabilmente fintissima.
Clicca qui per accedere al sito: