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Boys from County Hell (2020) – Recensione

By on 1 Novembre 2020 0 379 Views
Boys from County Hell di Chris Baugh, 2020

Primo lungometraggio horror del Trieste science+fiction festival 2020, BOYS FROM COUNTY HELL, è una originale horror comedy irlandese a tema vampiri.

Eugene vive a Six Mile Hill, in un’isolata cittadina irlandese, luogo noioso e privo di ogni attrattiva. Ciò che continua ad affascinare i turisti sono le leggende sui vampiri che affondano le radici nel folklore locale: in mezzo ai campi sorge un tumulo di pietre, la tomba del vampiro Abhartach, luogo considerato magico e maledetto. Pare che Bram Stoker in persona si fosse ispirato alla vicenda di Abhartach per scrivere il suo Dracula, e l’autore non è ben visto dagli abitanti del posto che lo accusano di aver impunemente rubato le loro storie ed essersi arricchito senza mai far menzione a Six Mile Hill, dove sembra aver passato una notte. Quando per i lavori della nuova superstrada la tomba di Abhartach viene distrutta, anche i più scettici dovranno ricredersi: il vampiro è tornato ed ha ancora fame.

Il regista Chris Baugh, al suo secondo lungometraggio, mette in scena un horror citazionista ed intelligente che riesce persino ad essere originale nonostante la tematica così inflazionata. Il film, ambientato nelle zone rurali irlandesi, è ben lontano da Dracula e dagli stereotipi sui vampiri del cinema americano, e la cosa viene costantemente sottolineata nel corso della pellicola. La sgangherata gang di ammazzavampiri improvvisati non potrà dunque fare affidamento sulle classiche “regole” apprese da film e libri, perché hanno a che fare con il vampiro “originale”, predecessore di tutti i succhia-sangue.

Boys from County Hell di Chris Baugh, 2020

Ci troviamo difronte ad un film sul vampirismo piuttosto anomalo, che stravolgerà quello che pensate di sapere sull’argomento e che lascerà i protagonisti stessi più volte interdetti: l’infezione non si propaga dal morso della creatura ma dalle sue pietre tombali; non funzionano crocefissi né paletti nel cuore, Abhartach è un demone immortale, talmente potente da “attirare” il sangue delle vittime fuori dai loro corpi senza nemmeno dovercisi avvicinare, una trovata geniale e fra gli elementi più memorabili del film.

Troviamo quindi una serie di variazioni sul tema sicuramente originali che daranno spesso vita a gag divertenti e a svolte impreviste anche da un patito del genere.

Fra decapitazioni e dissanguamenti, lo splatter ed il divertimento non mancano ma senza esagerazioni né cadute nel trash, e forse qualche sequenza di macelleria in più non sarebbe guastata. Il make-up di Abhartach è essenziale ed efficace, un essere antico e a prima vista fragile e macilento, che si dimostra invece assolutamente inarrestabile. Quello che manca è a mio avviso uno “scontro finale” degno di nota, il tutto si risolve in maniera troppo sbrigativa lasciandoci con un vago senso di incompiuto.

Si tratta comunque di un buon horror d’intrattenimento che diverte e che riesce a dire la sua in un genere dove ormai è sempre più difficile non scadere nella banalità.

Boys from County Hell di Chris Baugh, 2020
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